L'economia tedesca è in salute e la disoccupazione è ai minimi. Ecco perchè, guidati dal potente sindacato IG Metall, il più grande a livello europeo, i lavoratori metalmeccanici tedeschi chiedono un aumento salariale del 6 per cento per i 3,9 milioni di addetti, mentre Gesamtmetall, l’associazione datoriale del settore, offre il 2.
L’aspetto più rilevante delle trattative non è questo, ma la richiesta di ridurre l'orario di lavoro settimanale da 35 a 28 ore su base volontaria per coloro che debbono assistere bambini o anziani in famiglia. E a compensare una parte del mancato guadagno, questa la richiesta (che ammonta a circa 200 euro al mese) di IG Metall, sarà l’impresa.
La settimana di 28 ore, tuttavia, potrà avere una durata massima di due anni, ma al rientro il lavoratore dovrebbe essere reintegrato a orario pieno e garantito.
La proposta è stata rigettata da Gesamtmetall: "Non possiamo soddisfare le richieste di aumenti salariali compensativi - ha dichiarato il direttore Oliver Zander - In una fase in cui c'è carenza di personale qualificato, sarebbe folle dare un incentivo per ridurre il volume necessario complessivo".
La Germania ha circa 1,1 milioni di posti vacanti, e in un recente sondaggio delle Camere di commercio e industria (DIHK) più della metà delle aziende ha indicato la carenza di lavoratori qualificati come il più rilevante rischio imprenditoriale.
Prossima puntata andrà in onda l'11 gennaio 2018, quando inizierà la terza tornata di contrattazione. Se dovesse uscire una fumata bianca, allora il rischio di una serie di scioperi sarebbe alto.
Il che interessa tutta l’economia tedesca, visto che normalmente i contenuti inseriti nel contratto collettivo metalmeccanico gettano le basi in Germania anche per i rinnovi degli altri settori. Ma fino ad un certo punto, visto che gli stessi lavoratori dell’ex Germania dell’est lavorano ancora oggi 37 ore (anziché 35 come i pari dell’ovest).