Il più alto funzionario dell’istruzione dell’Oklahoma, nel sud degli Stati Uniti, ha ordinato il 27 giugno alle scuole pubbliche dello Stato di introdurre l’insegnamento della Bibbia.
“Una copia della Bibbia deve essere presente in tutte le aule scolastiche e diventare materia di studio”, ha spiegato il sovrintendente Ryan Walters durante una conferenza stampa, annunciando l’emanazione di un’apposita direttiva.
“La Bibbia è indispensabile per far conoscere ai nostri figli la storia degli Stati Uniti e della civiltà occidentale, e per aiutarli a capire le basi del nostro sistema legale”, ha aggiunto il politico repubblicano.
Nei giorni scorsi anche in Louisiana è accaduto qualcosa. Jeff Landry, il governatore repubblicano della Stato, ha reso obbligatoria l’esposizione dei dieci comandamenti nelle aule scolastiche e universitarie dello Stato.
L’American Civil Liberties Union, una storica Ong per la difesa dei diritti civili, ha reagito annunciando un ricorso in tribunale contro l’iniziativa di Landry. “La legge viola il principio della separazione tra Stato e chiesa ed è chiaramente incostituzionale”, aveva affermato in un comunicato.
Anche la direttiva dell’Oklahoma rischia di finire in tribunale. Il primo emendamento della Costituzione degli Stati Uniti vieta infatti l’imposizione di una religione di Stato e di accordare la preferenza a una religione rispetto a un’altra.