Per l’Italia e per l’Europa è appena terminato l’inverno peggiore, quello che ci avrebbe dovuti lasciare senza gas, e che invece ci ha lasciati con il livello di stoccaggio più alto di sempre. In Italia, in particolare, a fine aprile sono ancora a disposizione 11 miliardi di metri cubi (Gmc), di cui 4,6 costituiscono la riserva strategica del Paese. Una situazione ribaltata rispetto a quanto ipotizzato lo scorso settembre. Due fattori hanno contribuito a raggiungere questo risultato: il clima mite e la non interruzione totale dei flussi di gas dalla Russia.
A questo punto ci si chiede: come andrà la preparazione per il prossimo inverno? L’Italia riuscirà a riempire i propri stoccaggi al livello minimo del 90% entro il primo novembre (così come previsto dalla normativa vigente)? La risposta è sì. Anzi, volendo, potrebbe addirittura raggiungere il livello teorico del 100% di riempimento.
Nel corso del periodo compreso tra maggio e ottobre 2023 avremo infatti bisogno di circa 6 Gmc di gas per riempire gli stoccaggi fino alla quota dei 17 Gmc. A tale quantitativo di gas va aggiunto quello che sarà consumato nell’arco del semestre in questione. Nel 2021 questi consumi erano ammontati a 27,6 Gmc.
Dal momento che nel corso degli ultimi sette mesi l’Italia ha tuttavia consumato circa il 20% del gas in meno, è possibile ipotizzare due scenari: uno in cui la riduzione dei consumi continui ad attestarsi sul 20%, e un secondo in cui tale diminuzione si dimezzi. In tutto, nel corso dei prossimi mesi all’Italia saranno dunque necessari tra i 28 e i 31 Gmc di gas naturale.
Prendendo a riferimento le forniture medie da ciascuna fonte di approvvigionamento dal primo gennaio al 24 aprile 2023, l’Italia potrà disporre di quasi 36 Gmc di gas naturale. Si tratta di un quantitativo elevato.
Anche ipotizzando che nulla giunga attraverso il nuovo rigassificatore di Piombino e che Mosca chiuda definitivamente i rubinetti, l’Italia scenderebbe a 31,6 Gmc. Anche in questo caso, saremmo sopra ai 31 Gmc che dovrebbe costituire la domanda massima di gas nel corso del prossimo semestre.
Appare pertanto evidente che le forniture di gas naturale per l’Italia non corrano rischi significativi il prossimo inverno. Allo stesso tempo, occorre considerare che i prezzi del gas naturale in Europa sono del 90% più bassi rispetto ai picchi giornalieri raggiunti lo scorso agosto, ma sono pur sempre circa 2,5 volte più alti rispetto a quelli pre-crisi, segnalando che la crisi non è definitivamente passata. Ma è anche vero che sarebbe potuta andare peggio.