Eni, titolo accusa il colpo dopo il rinvio a giudizio dell’ad Descalzi per le presunte tangenti in Nigeria
Il Tribunale di Milano ha rinviato a giudizio i 15 imputanti, tra i quali Claudio Descalzi e Paolo Scaroni e le società Eni e Shell, per il caso della presunta maxi tangente da oltre un miliardo di dollari versata dai due Gruppi a pubblici ufficiali e politici nigeriani per lo sfruttamento del giacimento petrolifero Opl 245. Il processo comincerà il prossimo 5 marzo. Descalzi è imputato di corruzione internazionale, mentre Eni risponde per i reati commessi dai dipendenti.
20 Dicembre, 2017
Ultimo aggiornamento: 18/05/2018 13:09
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Claudio Descalzi, amministratore delegato ENI
Tra le altre persone rinviate a giudizio, spiccano anche l'ex ad di Eni, Paolo Scaroni, Luigi Bisignani, sospettato di essere uno dei mediatori della presunta tangente, e la multinazionale petrolifera Shell.
La notizia arriva in una giornata definita "storica" dallo stesso Descalzi, ora amministratore delegato del cane a sei zampe, dal punto di vista operativo. Eni, infatti, ha oggi stesso avviato ufficialmente la produzione di gas a Zohr, in Egitto. "Tra l’altro - ha spiegato Descalzi - questo progetto trasformerà il panorama energetico dell'Egitto, permettendo al Paese di diventare autosufficiente e trasformarsi da importatore di gas naturale in futuro esportatore". Ma non è bastato per risollevare in Piazza Affari il titolo Eni, che ha invece accusato il colpo.
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