Un progetto da 2 miliardi di franchi svizzeri (2,05 miliardi di euro) potrebbe aiutare a stabilizzare il prezzo dell’energia elettrica in Europa mentre il Vecchio continente progetta di passare alle energie rinnovabili.
La cosiddetta batteria ad acqua, Nant de Drance, situata tra due serbatoi in una grotta a 600 metri sottoterra nel cantone svizzero del Vallese, potrebbe rappresentare un grande passo nella transizione energetica dell’Europa.
Il progetto, che ha richiesto 14 anni per essere completato, è costituito da 17 chilometri di tunnel sotterranei, che ospitano sei enormi turbine alimentate dall’acqua che scorre lungo un tubo d’acciaio in una caverna lunga quanto due campi da calcio e creata da 650 lavoratori che hanno scavato circa 1,5 milioni di metri cubi di roccia di montagna a un’altitudine di 2.000 metri.
L’impianto ha comportato l’innalzamento di 21,5 metri del livello dell’acqua di uno dei due bacini, quello superiore (Vieux-Emosson), raddoppiandone la capacità. Ora contiene tanta acqua quanto 6.500 piscine olimpioniche.
Uno degli assi nella manica di Nant de Drance è l’utilizzo di turbine per il pompaggio a velocità variabile. Il volume d’acqua che passa attraverso le turbine, 360 metri cubi al secondo, corrisponde al flusso del fiume Rodano a Ginevra in estate.
Le centrali idroelettriche ad accumulo sono importanti per l’energia rinnovabile, perché l’eolico e il solare non forniscono un’alimentazione costante, mentre le turbine a velocità variabile cedono rapidamente elettricità alla rete, riducendo il rischio di blackout.
Nant de Drance ha una potenza nominale di 900 megawatt e una capacità di accumulo di 20.000 megawattora. Con questo nuovo impianto sale del 35% la capacità di accumulo da energia idroelettrica della Confederazione elvetica.
Ma cosa accade quando c’è troppa elettricità nella rete? L’acqua viene pompata dal serbatoio inferiore a quello superiore. E, in tal modo, consuma elettricità. Al contrario, quando la domanda di elettricità è superiore alla produzione, l’acqua viene trasferita dal serbatoio superiore a quello inferiore, producendo così elettricità.
Il serbatoio superiore, come un’enorme batteria ecologica, immagazzina l’energia fino al momento del bisogno, mantenendo così l’equilibrio tra produzione e consumo sulla rete elettrica.
Nant de Drance è in realtà un consumatore netto di elettricità. Il suo ruolo è, come detto, quello di immagazzinare l’energia prodotta in un momento in cui non è necessaria. Non produce elettricità aggiuntiva. Ciò significa che restituisce alla rete circa l'80% dell’elettricità che preleva e immagazzina circa 20 ore di energia di riserva.
Le centrali idroelettriche di pompaggio a flusso aperto costruite su sistemi fluviali richiedono tradizionalmente la costruzione di dighe e danneggiano gli ecosistemi. Nant de Drance ha per ora utilizzato le infrastrutture di dighe e bacini esistenti, con la maggior parte dei lavori eseguiti sottoterra, limitando così il suo impatto (quantomeno estetico) sul paesaggio.
A livello globale, l’idroelettrico genera oggi il 16% dell’elettricità totale mondiale, la stessa dell’eolico e del solare messi insieme, e circa il 60% di tutta l’elettricità rinnovabile. Numeri significativi ma che, volenti o nolenti, non bastano secondo le previsioni dell’Agenzia internazionale per l’energia: l’obiettivo di limitare l’aumento della temperatura globale a 1,5 gradi richiede infatti il raddoppio della capacità idroelettrica globale entro il 2050.