La Russia taglia il gas alla Finlandia, ma pesa ‘solo’ il 5% del consumo energetico annuo del paese nordico

Il gas utilizzato in Finlandia proviene per due terzi dalla Russia, ma rappresenta comunque una modesta percentuale.

La Russia taglia il gas a Helsinki, ma pesa ‘solo’ il 5%

La Russia ha interrotto nei giorni scorsi la fornitura di gas naturale alla vicina Finlandia. Un’altra conseguenza del conflitto in corso in Ucraina, con una tensione crescente nelle ultime settimane tra la Federazione e il paese scandinavo, che ha appena fatto richiesta di adesione alla Nato interrompendo una lunga tradizione di neutralità.

Il colosso Gazprom Export ad aprile ha chiesto ai paesi europei di pagare in rubli le forniture di gas russo, a causa delle sanzioni imposte per l’invasione dell’Ucraina da parte di Mosca, ma la Finlandia si è rifiutata di farlo e ha chiesto un arbitrato per il rispetto del contratto. Da qui lo stop all’export di gas.

Dopo l’interruzione della fornitura di gas naturale dalla Russia, ora l’operatore finlandese Gasum punta a fornire i propri clienti tramite altre fonti di approvvigionamento. La maggior parte del gas utilizzato in Finlandia proviene dalla Russia, ma rappresenta comunque il 5% del consumo energetico annuo dello Stato nordico. Gazprom comunica di aver fornito 1,49 miliardi di metri cubi di gas naturale alla Finlandia nel 2021, pari a circa due terzi del consumo di gas del paese.

Per compensare la fornitura della Federazione, Helsinki ricorrerà al gasdotto Balticconnector, l’impianto che collega il paese scandinavo alla vicina rete del gas dell’Estonia. Inoltre la Finlandia nei giorni scorsi ha dichiarato di aver noleggiato una nave di stoccaggio e rigassificazione da una società con sede negli Stati Uniti, a partire dal quarto trimestre di quest’anno.

Ma con cosa si alimenta la Finlandia? Nucleare, idroelettrico, energia da rifiuti, e combustibili a legna. Il paese da anni è impegnato in una politica di decarbonizzazione e di differenziazione delle fonti di approvvigionamento energetico. Lo scorso anno, riferisce l’istituto finlandese di statistica, lo Stato scandinavo ha consumato 86.775 gigawatt di energia elettrica, di cui poco più del 20% è frutto di importazione da altri paesi.

La voce maggiore nella produzione di energia elettrica viene dal nucleare, il 32%, seguito dall’idroelettrico con il 22%, dai combustibili a legna con il 17%, e dall’eolico con l’11%. In crescita negli ultimi anni, guardando i dati della International Energy Agency, la percentuale di produzione da fonti rinnovabili: energia da rifiuti, poi solare ed eolico. Mentre da oltre 10 anni è in discesa il consumo di carbone, gas naturale e petrolio.

Ecco perché l’impatto dello stop russo non sarà in grado di sferrare un colpo letale all’economia finlandese, un paese che ha deciso di andare incontro al cambiamento ben prima che la natura e la geopolitica mettessero (anche) lo Stato nordico con le spalle al muro.

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