Gazprom fornirà ulteriori 353,8 milioni di metri cubi di gas all’Ungheria tra settembre e ottobre. Secondo alcuni analisti, questa misura consentirà al paese non solo di affrontare il prossimo autunno con qualche preoccupazione in meno, ma anche di salvare le vicine Austria e Slovacchia in caso di interruzione totale delle forniture di gas russo attraverso l’Ucraina.
Dal primo settembre, quindi, Gazprom ha aumentato le forniture all’Ungheria – che mantiene aperto il canale politico-economico con Mosca e da tempo si oppone alle sanzioni su petrolio e gas russi - tramite il gasdotto Turkish Stream (che attraversa Romania e Serbia) di 5,8 milioni di metri cubi al giorno. E, fatto certamente non trascurabile, a prezzi ben più vantaggiosi di quelli fissati alla Borsa di Amsterdam.
Le forniture dalla Federazione Russa rappresentano circa l’85% delle importazioni ungheresi di gas. E, nel 2021, Gazprom ha firmato con Budapest un contratto della durata di 15 anni per 3,5 miliardi di metri cubi su base annuale, mentre un altro miliardo di metri cubi viene fornito attraverso l’Austria.
Ad agosto, in realtà, Gazprom aveva già ritoccato al rialzo le consegne all’Ungheria: più 2,6 milioni di metri cubi al giorno, oltre a quanto già previsto dal volume contrattuale. Ma le riserve magiare al momento ammontano ancora al 63,2% (circa 3,9 miliardi di metri cubi), un dato inferiore alla media europea, pari all’80,17%.
Con l’ultimo ritocco (quello di settembre e ottobre), tuttavia, il dato sulle riserve salirà. L’Ungheria resta così l’unico paese dell’Ue a veder rispettati gli impegni contrattuali concordati con Gazprom.