In soli tre mesi, da dicembre a febbraio, ha acquistato 32 tonnellate di oro. Così, dopo due anni in cui le riserve auree non sono state ne aumentate ne diminuite, arriva la svolta della Banca centrale cinese (PBoC), che ha incrementato le sue riserve in oro portandole a 1874 tonnellate. La scelta di Pechino è un ulteriore segnale di allontanamento dal dollaro statunitense. E non è una scelta isolata quella cinese.
19 Marzo, 2019
Ultimo aggiornamento: 20/03/2019 12:18
CinaEnergie & RisorseNewsBanche centrali
La maggior parte delle banche centrali a livello mondiale sono tornate a rifugiarsi nell’oro: nel 2018 hanno complessivamente acquistato 651,5 tonnellate.
La mossa della seconda economia al mondo giunge in una fase difficile dei negoziati tra Usa e Cina. Gli Stati Uniti hanno posticipato l'aumento dei dazi – che doveva scattare il primo marzo scorso - dal 10% al 25% su 200 milioni di dollari di importazioni Usa in prodotti cinesi. Pechino, a propria volta, si è impegnata ad acquistare più prodotti statunitensi.
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