Il reattore nucleare cinese che funziona senza acqua

La Cina risolverebbe così in un colpo solo il problema della sicurezza (potendo impiantare i reattori in zone desertiche) e dell’approvvigionamento energetico

Il reattore nucleare che funziona senza acqua

Un reattore nucleare in grado di funzionare senz’acqua (come refrigerante). È il progetto reso noto nei giorni scorsi dai ricercatori cinesi. Si tratta del primo tentativo al mondo. Consiste in un nuovo modello a sali fusi alimentato a torio liquido anziché attraverso l’uranio. Un sistema di funzionamento che eviterebbe reazioni a catena incontrollate e potrebbe risolvere il problema della sicurezza e (soprattutto) dell’approvvigionamento energetico specialmente nelle vaste aree desertiche del Paese.

Il reattore, che si trova a Wuwei, nel deserto della provincia del Gansu, e promette di essere più sicuro, efficiente e flessibile di quello a uranio, sarà attivo dal 2030. Questa nuova tecnologia rivoluzionerà il settore dell’energia atomica? In realtà se ne parla da decenni, ma la Cina è attualmente il paese più avanzato riguardo gli sviluppi di questa soluzione, che fra l’altro determina un minor impatto ambientale rispetto agli impianti alimentati a uranio.

In pratica la dissoluzione dell'elemento centrale avviene nel sale di fluoruro, che funge da elemento refrigerante, e il cui prodotto di reazione principale è l'uranio-233, riutilizzabile in altre reazioni. In caso di perdita, il sale fuso è in grado di raffreddare efficacemente il torio e ridurre drasticamente i danni collaterali. Resta un problema. Gli altri sottoprodotti non sono puliti, ma la loro emivita è di appena 500 anni, decisamente inferiore ai 10.000 anni del plutonio dei ‘normali’ reattori.

Il funzionamento del nuovo reattore è sostanzialmente questo: il torio viene utilizzato come combustibile e dopo essersi legato al sale e passando attraverso il reattore, una reazione a catena emette calore e lo trasferisce a un generatore di vapore esterno prima di ritornare al reattore per cominciare un nuovo ciclo. A causa del suo alto punto di fusione, il sale fuso si raffredda rapidamente e si solidifica senza il rilascio diretto di effluvi solidi e liquidi, prevenendo così un'ulteriore diffusione della radioattività nell'ambiente.

Fino ad oggi i reattori nucleari al torio hanno presentato alcune problematiche, in primis la corrosione causata dal sale. Ma a spingere la Cina in questa direzione è l’abbondanza nel paese del torio come risorsa, al contrario dell’uranio scarsamente presente.

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