Nonostante il calo costante dei prezzi del petrolio, Total, ENI, Shell e BP si stanno riprendendo e tornano, dunque, a interessarsi al continente. Ma con un atteggiamento diverso, più attento ai costi di produzione.
Tre anni dopo il crollo da quasi 114 dollari (93.80 euro) al barile nel mese di giugno 2014 a 55 dollari (46,50 euro) a metà ottobre 2017, i giganti del settore in Africa (la francese Total, l'italiana ENI, l’anglo-olandese Shell e la britannica BP) sembrano fuori dalla crisi.
Nella prima metà del 2017 le quattro major europee, che hanno nel continente africano più interessi rispetto ai concorrenti statunitensi Exxon e Chevron, hanno evidenziato risultati in crescita dopo le difficoltà incontrate nel 2015 e 2016: utile netto di 4,47 miliardi di euro Shell, 4,33 miliardi per Total, 1,4 miliardi per BP e 983 milioni per ENI.