Il fabbisogno energetico globale è destinato ad aumentare del 30% entro il 2040, soprattutto a causa della spinta indiana. È come se aggiungessimo i consumi di una seconda Cina alla domanda totale. Sebbene la fame di energia sia in crescita, il trend è notevolmente sceso in questi ultimi anni. E' quanto sostiene l'Agenzia internazionale dell'energia nel World Energy Outlook 2017.
Per il fotovoltaico è previsto un forte incremento, trainato da Cina e India, mentre l’energia eolica diventerà la prima fonte di elettricità nell'UE intorno al 2030.
Gli Stati Uniti diventeranno, invece, il più grande esportatore mondiale di gas naturale liquefatto entro la metà del prossimo decennio e entro il 2030 il Paese sarà esportatore netto di petrolio. Con l'oro nero non gli capitava dal 1953.
Accanto alla produzione statunitense di idrocarburi, la riduzione dei costi per le rinnovabili e l'aumento dell'elettrificazione saranno gli altri fattori che modificheranno il sistema energetico globale nei due decenni a venire.
Nei prossimi 25 anni la crescente domanda energetica sarà soddisfatta principalmente da fonti rinnovabili e gas naturale. Il solare diventerà la fonte di produzione elettrica più economica.
Sul fronte delle energie tradizionali, l'indagine non prevede ancora il pensionamento del petrolio. I consumi, alimentati da autocarri, aerei, navi e settore petrolchimico, aumenteranno fino al 2040, quando raggiungeranno i 105 milioni di barili al giorno. Mentre il carbone sembra essere arrivato al capolinea. Da quest’anno al 2040 si prevede l’aggiunta di altri 400 GW alla rete, ossia meno della metà della crescita registrata dal 2000 al 2017.
Guardando all'ambiente, sebbene le emissioni di CO2 si siano appiattite negli ultimi anni, il Rapporto prevede che le emissioni legate al settore energetico aumenteranno lievemente entro il 2040. Il che cozza, però, con la constatazione che il contenimento della CO2 "non è ancora sufficiente per evitare gli impatti gravi del cambiamento climatico".