Ciò che sembra impensabile in Germania è improvvisamente possibile in Gran Bretagna: la neo premier britannica Liz Truss ha annunciato la fine della moratoria sul cosiddetto fracking. In soli sei mesi, il gas sarà recuperato dal suolo britannico utilizzando la controversa tecnologia, rendendo così il Regno meno dipendente dalle importazioni di gas.
Una possibilità impensabile nella prima economia europea. Il fracking è vietato in Germania per motivi ambientali dal 2017. Ma la situazione attuale sta facendo riemergere il dibattito, anche perché secondo alcuni nuovi studi la Germania disporrebbe di una quantità di gas intrappolato nel sottosuolo pari a 40 volte quella importata annualmente dalla Russia. Il vicepresidente della commissione di esperti nominata dal governo tedesco, Holger Weiß, ha recentemente affermato a proposito del rifiuto del fracking: “È una decisione ideologica non basata su fatti concreti”.
In realtà, le cose non stanno proprio in questi termini. Il fracking - ovvero la perforazione della crosta terrestre, che avviene iniettando una miscela ad alta pressione a base di acqua, sabbia e sostanze chimiche (potenzialmente pericolose; possono contaminare le falde) e che consente di far defluire il gas intrappolato nella roccia - è una pratica decisamente controversa e invasiva. A tal punto che può causare terremoti. Rischi che non hanno fermato gli Stati Uniti: proprio grazie al fracking, nel giro di pochi anni l’economia americana si è trasformata da importatore netto di energia a esportatore netto. Una tentazione in cui ora rischia di ‘cadere’ anche Berlino? Improbabile che ciò accada con l’attuale governo Scholz, fondato su una coalizione formata Spd, Liberali, e Verdi.