Fino alla prossima estate, l’Ue sarebbe probabilmente in grado di sopravvivere a interruzioni su larga scala delle forniture di gas russo, attraverso la combinazione di un aumento delle importazioni di Gnl (nella misura limitata in cui ciò è tecnicamente possibile) e alcune misure sul lato della domanda. Tuttavia, ciò determinerebbe un conto salato per l’economia comunitaria.
Ma, se un arresto del gas russo dovesse andare oltre i mesi estivi, sarebbe più difficile per l’Ue farcela. Dal lato dell’offerta è disponibile una certa capacità di importazione di riserva, ma raggiungere la scala necessaria per sostituire interamente i volumi russi sarebbe nel migliore dei casi molto costoso e, nel peggiore dei casi, fisicamente impossibile.
I fattori limitanti includono i vincoli di capacità di liquefazione globale, gli obblighi esistenti nell’attuale mercato del Gnl e le considerazioni sulle opportunità commerciali nei paesi produttori in relazione alla deviazione delle spedizioni dall'Asia. E, come detto, ci sarebbero anche implicazioni sui prezzi.
L’Ue dovrebbe quindi ricorrere a misure sul versante della domanda, che si rivelerebbero dolorose per le economie domestiche e implicazioni politiche di ampia portata, a cominciare da come dovrebbe essere ripartito l’onere. I governi europei più esposti verso l’oro blu di Mosca sarebbero chiamati a prendere decisioni difficili e impopolari.