Il rischio per il Vecchio continente sta aumentando. Quantomeno così sembra. La compagnia statale russa Gazprom ha messo in guardia l’Europa sulla quantità di gas inviata attraverso il Nord Stream 1, il gasdotto che trasporta 200 milioni di metri cubi al giorno, parlando di un taglio del 40%.
“Siemens, che ha smesso di operare in Russia, non ha inviato i pezzi di ricambio”, ha spiegato il colosso russo. Al momento, ciò che possiamo fare è “pompare 100 metri cubi di gas al posto dei 167 programmati”. La colpa, secondo Mosca, è dunque delle sanzioni occidentali, che hanno impedito il regolare commercio tra la Federazione e l’Ue.
Occorre anche considerare che, nel frattempo, la Russia ha visto lievitare le entrate fiscali grazie al notevole aumento dei prezzi. Solo nei primi 4 mesi dell’anno le entrate del bilancio russo sono aumentate del 34% rispetto allo stesso periodo del 2021 e il gettito da petrolio e gas è salito del 90% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.