Il Libano è in black out totale. Già da tempo i libanesi potevano contare su poche ore al giorno di elettricità a causa della crisi del carburante, ma ora le due più grandi centrali elettriche ancora in funzione hanno dovuto chiudere per l’esaurimento totale delle riserve di olio combustibile. Il governo ha spiegato che l’azienda elettrica proverà ad utilizzare la riserva di olio combustibile dell’esercito per riattivarle temporaneamente, ma non accadrà presto.
Il paese medio-orientale da quasi due anni vive la peggiore crisi economica e finanziaria della sua storia e non si vede una via d’uscita. Secondo la Banca Mondiale, si tratta di una delle tre peggiori crisi che il mondo abbia visto negli ultimi 150 anni. Molti libanesi hanno persino difficoltà a procurarsi ciò di cui hanno più bisogno: il pane, il cui prezzo è in costante aumento proprio a causa della scarsità di carburante. Un tempo il pane costava circa 1500 lire, l’equivalente di circa 80 centesimi. Oggi costa 6 mila lire, circa 3,35 euro.
Attualmente circa tre quarti della popolazione vive in condizioni di povertà e la valuta locale ha perso oltre il 90% del suo valore. A pesare è anche il debito pubblico ormai insostenibile (al 174% rispetto al Pil).