
Mark Carney, candidato alla carica di prossimo primo ministro canadese (le elezioni politiche si terranno entro il 20 ottobre), ha dichiarato che il suo Paese “si opporrà al bullo” dopo che il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha annunciato tariffe del 25% contro le importazioni (anche) dal Canada.
Carney - 59 anni, ex governatore della Banca del Canada e della Banca di Inghilterra che a gennaio ha annunciato la sua corsa alla guida del Partito Liberale canadese al governo - ha affermato che il Canada risponderà “dollaro per dollaro ai dazi statunitensi”.
In risposta all’annuncio dei dazi, Carney ha dichiarato che “il presidente Trump probabilmente pensa che il Canada cederà”. “Ma noi siamo intenzionati a resistere e non ci tireremo indietro” e, peraltro, i dazi “danneggeranno la reputazione degli Stati Uniti in tutto il mondo; colpiranno la crescita; aumenteranno l’inflazione e i tassi di interesse”.
Le nuove tariffe potrebbero avere un impatto immediato e devastante sull’economia canadese, comportando al contempo un aumento dei prezzi per gli statunitensi. D’altronde, i dazi sono una parte centrale della visione economica di Trump. Li vede come un modo per far crescere l’economia statunitense, proteggere i posti di lavoro e aumentare le entrate fiscali.
Ma Ottawa, oltre che rispondere con altrettanti dazi, potrebbe giocarsi un’altra carta, la cosiddetta ‘opzione nucleare’. Infatti, almeno una trentina di Stati americani dipendono dall’energia canadese e l’imposizione di dazi all’export verso gli Usa si tradurrebbe in un aumento dei prezzi di elettricità, gas e benzina che Trump ha promesso agli americani di far scendere.