Reggio Calabria è il comune d’Italia dove una famiglia in media si trova a pagare più tasse. L’ammontare complessivo di Irpef, Tasi, bollo auto, Tari e addizionali comunali e regionali all’Irpef arriva a 7.684 euro l’anno nella città meridionale.
In seconda e terza posizione troviamo Napoli (7.658 euro) e Salerno (7.648 euro). Al contrario, le città dove si pagano meno tasse si trovano soprattutto al Nord-Est. È il quadro tracciato dall’Eurispes, che ha anche realizzato un focus sulla Calabria.
E se si prende in esame il fabbisogno standard* il confronto diventa emblematico, ad esempio, fra le due Reggio: quella emiliana e quella calabrese. Alla prima sono riconosciuti 139 milioni, mentre a Reggio Calabria 104 mln (in virtù del fatto che offre meno servizi), nonostante quest’ultima abbia 9 mila abitanti in più.
Un altro dato fa riflettere. La spesa pubblica effettuata dallo Stato nel settore della sanità, nel periodo 2000-2017, indica che ogni cittadino calabrese ha ricevuto in media 280 euro l’anno in meno rispetto a ciascun suo concittadino del Centro-Nord (e in particolare 501 euro l’anno in meno di un lombardo).
* I fabbisogni standard esprimono il peso specifico di ogni Ente locale in termini di fabbisogno finanziario, sintetizzando in un coefficiente di riparto i fattori di domanda e di offerta (il più possibile estranei alle scelte discrezionali degli amministratori locali) che meglio spiegano i differenziali di costo e di bisogno sul territorio nazionale.
A partire dal 2015 i fabbisogni standard dei Comuni, insieme alla stima della capacità fiscale, sono funzionali al riparto di una quota del fondo nazionale di solidarietà comunale, con l’obiettivo di superare gradualmente il criterio della spesa storica ritenuto una delle principali cause d’inefficienza nella gestione della spesa da parte dei governi locali e d’iniquità nella distribuzione delle risorse lungo il territorio.