Una montagna di debiti fiscali grande più della metà del nostro Pil e che lo Stato riesce a recuperare solo in minima parte. Ben 954,7 miliardi, cioè il totale delle entrate iscritte a ruolo ma non ancora incassate a fine 2019.
Il dato arriva dal giudizio della Corte dei Conti che cita la stessa Agenzia delle Entrate, evidenziando però che sul totale appena 79,6 miliardi quelli che hanno concreta probabilità di finire nelle casse dello Stato. Per il resto si tratta di importi relativi a soggetti falliti, ditte cessate e contribuenti definiti con ‘anagrafe tributaria negativa’, di fatto nullatenenti.
Guardando invece con un arco temporale più ampio, supera quota mille miliardi l’ammontare delle cartelle per le iscrizioni a ruolo delle entrate - non solo tributarie - affidate in 20 anni, tra il 2000 e il 2019, agli agenti per la riscossione: ma solo 13,3% degli importi risulta recuperato.
Secondo la Corte poi risulta più difficile il recupero delle grandi somme rispetto agli importi minori. In particolare il recupero coattivo di imposte risulta meno efficace per i grandi contribuenti e per le 'iscrizioni a ruolo' sopra i 100 mila euro l'incasso medio si ferma al 2,7%.