La riduzione del debito pubblico tra i Paesi europei è un evento più comune di quanto la dinamica del debito pubblico italiano (e il relativo dibattito nel nostro Paese) possa far pensare. Si prevede che quest’anno undici dei venti Paesi dell’Eurozona avranno un rapporto tra debito pubblico e Pil più basso del livello del 2015. Per sette di questi la riduzione sarà a doppia cifra.
Per fare un esempio di come questo sia stato possibile nonostante la crisi del Covid, è possibile analizzare la strategia adottata dal Portogallo, un Paese che nel 2015 aveva un rapporto debito/Pil oltre il 130 per cento (non troppo lontano da quello italiano dell’epoca), che quest’anno dovrebbe scendere al 100 per cento.
La strategia lusitana ha finora dato i suoi frutti e, in effetti, il debito è sceso, confermando che ridurre il rapporto tra debito pubblico e Pil per importi rilevanti è possibile, non soltanto puntando su riforme strutturali e crescita, ma anche la volontà di migliorare l’avanzo primario (ovvero la differenza fra spesa pubblica ed entrate al netto del costo del debito pubblico) portandolo su livelli del 2-3 per cento.
Un esempio che i governi italiani, presenti e futuri, dovrebbero tenere a mente.