Il Parlamento francese ha approvato, martedì 20 novembre, ad ampia maggioranza in prima lettura la legge di bilancio 2019 che contiene, tra le varie misure, il discusso aumento delle tasse sul carburante (la carbon tax).
Il ministro delle Finanze, Bruno Le Maire ha parlato di "tasse più basse, riduzione della spesa pubblica e abbattimento del debito". E ha annunciato il taglio di oltre 4 mila posti di lavoro nei servizi pubblici. L’obiettivo è raggiungere un rapporto deficit/Pil pari al 2,8%. A differenza dell'Italia, non si pone un problema di richiamo da parte di Bruxelles in virtù di un debito pubblico non così alto come quello italiano.
"Viviamo un momento difficile, ma vinceremo con la coerenza e la determinazione", ha commentato il premier Edouard Philippe durante il quarto giorno del movimento "giubbetti gialli".
E a dare in qualche modo conforto alle proteste esplose in Francia arriva ora uno studio dell'Osservatorio francese sull’economia (Ofce) che sembra dare ragione a chi lamenta una perdita del potere d’acquisto. Il reddito disponibile delle famiglie sarebbe caduto in media di 440 euro tra il 2008 e il 2016. Una perdita di circa 160 euro per il 5% delle famiglie più povere e 2.500 euro per il 5% più abbienti.
Le sole misure fiscali avrebbero rosicchiato 500 euro dal reddito medio delle famiglie. Il calcolo è semplice: l'aumento dei contributi previdenziali, nonché l’incremento delle imposte sul reddito e sul patrimonio sono costati 750 euro, compensate soltanto in parte dalla rivalutazione delle prestazioni sociali e assistenziali, che sono salite di 250 euro.
Ma l’Osservatorio denuncia anche un altro tipo di problema. I modelli di rilevazione statistica utilizzati debbono essere aggiornati in funzione dei cambiamenti rilevati, soprattutto nel mercato del lavoro.