Il pompiere è tornato in azione, aiutato dal carattere mite nei modi ed equilibrato nelle parole. Il ministro dell’Economia, Giovanni Tria, si trova in missione in Cina e già due volte ha riportato il governo su quella che crede essere la retta via.
Prima ha chiarito che "l’Italia non è alla ricerca di nuovi compratori del proprio debito pubblico", il quale è su un sentiero di "sostenibilità".
Poi ha replicato al vicepremier Luigi Di Maio, che in un’intervista al Fatto Quotidiano ha detto di non escludere il superamento del tetto del 3% nel rapporto deficit/Pil pur di centrare i due obiettivi principali: flat tax e reddito minimo. "Se per raggiungere i nostri obiettivi servirà, accederemo agli investimenti in deficit", ha detto Di Maio.
Immediata la replica dalla Cina. “Il rispetto del rapporto deficit/Pil del 3% è stato criticato anche da chi lo ha inventato, ma è molto diverso dal dire che lo supereremo". È il messaggio lanciato da Tria, che ha poi tentato di rassicurare rispetto alla fuga degli investitori dal debito italiano: "Lo spread attuale non risponde ai fondamentali e alla solidità dell'Italia, che ricordo ha un surplus primario da vent'anni''.
Ma quanto è grande l’autobotte del pompiere Tria? Riuscirà nella sua azione quando a settembre il clima sui mercati probabilmente cambierà in peggio e i nodi con Bruxelles verranno al pettine? Oppure il carattere mite diventerà un punto di debolezza?