Lo spread tra i titoli di Stato decennali francesi e gli analoghi Bund tedeschi, in salita da 8 giorni consecutivi, mercoledì 27 novembre si è allargato fino a 90 punti, evidenziando il livello più alto dalla crisi del debito sovrano nel 2012, con un rendimento ormai pari a quello dei titoli di pari durata della Grecia.
Anche la Borsa di Parigi è in agitazione e il Cac 40, l’indice dei 40 titoli principali del listino d’Oltralpe, con una nuova riduzione dello 0,73%, è scivolato al minimo da un anno.
Aumentano le tensioni politiche e di pari passo la paura che, dopo nemmeno due mesi, il governo guidato da Michel Barnier possa cadere (sarebbe sufficiente che, ad esempio, il partito della leader di estrema destra Marine Le Pen votasse la sfiducia all’esecutivo), affossando la legge di bilancio da 60 miliardi: circostanza che spaventa gli investitori.
Così il rendimento degli Oat (i titoli del debito pubblico transalpini) a 10 anni è salito fino allo 3,03%, quanto quello greco (3,05%). Al confronto Spagna e Portogallo sembrano un miraggio, con lo spread pari a 74 punti a Madrid (con un rendimento del 2,91%) e addirittura di 50 punti a Lisbona (con un rendimento del 2,67%).
E l’Italia? Nonostante sia in discesa, il differenziale del Btp decennale con il Bund mercoledì ha chiuso a 124 punti, con un rendimento del 3,41%. Significa che gli investitori continuano, almeno per ora, a chiedere a Roma un premio maggiore che a Parigi, a causa del nostro enorme debito pubblico.
Tornando alla situazione transalpina, il problema è che una nuova crisi a Parigi coinciderebbe con la crisi già in atto a Berlino, dove il governo Scholz ha convocato nuove elezioni il 23 febbraio. Il volano dell’Europa, che finora ha funzionato sull’asse franco-tedesco, si è inceppato proprio nel momento in cui Donald Trump, con le sue politiche protezionistiche, si prepara a tornare alla guida degli stati Uniti il prossimo 20 gennaio.