Entro cinque anni il rapporto debito/Pil degli Stati Uniti supererà quello dell'Italia, il paese messo peggio tra quelli del G7. Negli Usa raggiungerà il 116,9% entro il 2023, mentre quello italiano dovrebbe scendere al 116,6%. Le previsioni sono targate Fmi.
Dopo l’approvazione a dicembre di 1,5 trilioni di dollari di tagli fiscali e lo stanziamento di 300 miliardi in nuova spesa pubblica, è tornata alta la preoccupazione sul bilancio in deterioramento degli Stati Uniti. Donald Trump sostiene che la riforma combinata con la deregolamentazione aiuterà l’economia ad accelerare, il che a sua volta genererà entrate extra sufficienti ad evitare qualsiasi impatto fiscale.
Già, entrate extra, il punto è proprio questo. Al riguardo i funzionari della Federal reserve e del Congressional budget office (Cbo) sono scettici, piuttosto prevedono che la crescita nel medio-lungo periodo non sarà tanto robusta da compensare i tagli alle tasse. Le previsioni più recenti della Fed mostrano una stima del 2,7% per il Pil di quest’anno, che rallenta al 2% nel 2020, mentre il Cbo vede una crescita in rallentamento dal 3,3% nel 2018 all’1,8% due anni dopo.
Un’altra storia quella dell’Italia, dove i rendimenti dei titoli sovrani sono già ben al di sotto di quelli Usa a 10 anni: l’1,72% rispetto al 2,85% dei Treasury. Anche gli oneri finanziari dovrebbero scendere a livelli inferiori nei prossimi anni con l’estensione delle scadenze medie, rendendo il debito italiano più gestibile.