La superficie destinata all’agricoltura biologica nell'Unione europea è in forte espansione: 12,6 milioni di ettari nel 2017, corrispondente al 7% dell’area totale. Ciò rappresenta un aumento del 25% tra il 2012 e il 2017.
Tra gli Stati membri dell'Ue, quelli con le maggiori quote di area biologica rispetto alla superficie agricola totale utilizzata sono Austria (23,4%), Estonia (19,6%) e Svezia (19,2%). L’Italia è in quarta posizione con il 14,9%, seguita da Repubblica Ceca (14,1 %), Lettonia (13,9%) e Finlandia (11,4%). In tutti gli altri paesi membri dell’Ue, la quota “biologica” è inferiore al 10%, con le percentuali più basse osservate a Malta (0,4%), Irlanda (1,7%), Romania (1,9%), Bulgaria (2,7%) e Regno Unito ( 2,9%).
La superficie biologica totale deriva dalla somma dell’area in conversione (occorrono 2-3 anni prima che un terreno possa diventare adatto alla coltivazione biologica) e dell’area “certificata". Il che, tuttavia, spalanca le porte a un problema: chi e come controlla e, appunto, certifica che le condizioni previste dall’agricoltura biologica siano rispettate dai produttori?