Il Parlamento europeo china la testa sul kebab ai fosfati. Con il nuovo anno saranno ammesse carni contenenti acido fosforico, difosfati, trifosfati e polifosfati (E 338-452).
Contro i fosfati si sono schierati socialisti, verdi, liberali e sinistra unita. Il voto conferma la frattura: 373 contro il kebab ai fosfati, 272 a favore, 30 astenuti. I contrari sono stati in numero maggiore rispetto ai favorevoli agli additivi, ma non è stato sufficiente. Serviva, infatti, la maggioranza assoluta per respingere la proposta per l’uso di sostanze fino a oggi non consentite.
I favorevoli ai fosfati ritengono che non esistano rischi per la salute e la quantità assunta attraverso il kebab sia comunque trascurabile. Secondo i contrari, i fosfati possono produrre disturbi come l’aumento della pressione arteriosa e del rischio di malattie cardiovascolari.
Presi per il PIL
Da un lato, si discute di grandi riforme per traghettare l’UE verso lidi più sicuri e stabili, ovvero gli Stati Uniti d’Europa. Di come tentare di raggiungere un’Unione politica e fiscale oltreché monetaria, ancorché sia incompleta al momento anche quest’ultima. Dall’altro, le Istituzioni europee continuano a macinare provvedimenti più o meno sotto traccia che condizionano la vita dei cittadini europei. Il dubbio è quanto le norme targate UE subiscano la pressione delle lobby delle multinazionali piuttosto che essere indotte da un candido dibattito parlamentare. I grandi obiettivi di riforma sono auspicabili, senza dimenticare che l’Europa si costruisce anche con le decisioni apparentemente minori che sono prese nelle Istituzioni europee, pressoché tutti i giorni. Come, appunto, quella sul kebab, che ha riproposto una fiction già vista nelle scorse settimane a proposito del glifosato. Ma non finisce qui con il kebab. Nella prossima puntata la palla passerà all’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa), che a fine 2018 produrrà una relazione scientifica sui rischi da fosfati.