Fa discutere il nuovo studio dell’Imperial College di Londra sulla pandemia del nuovo coronavirus. Oggetto del contendere sono le stime sui contagiati nei vari paesi presi in esame.
In Italia, secondo i ricercatori britannici, avrebbe il Covid-19 il 9,8 per cento della popolazione. Il che si traduce in 5,9 milioni di casi. Lo studio prende in esame 11 Paesi: Austria, Belgio, Danimarca, Francia, Germania, Italia, Norvegia, Spagna, Svezia, Svizzera e Regno Unito.
Le misure draconiane adottate per frenare l’epidemia da coronavirus potrebbero aver già evitato fino a 120.000 decessi in tutta Europa. Il report stima che tra 7 e 43 milioni di persone siano state infettate dal Covid-19 in tutti gli 11 paesi al 28 marzo: il 2,7% della popolazione nel Regno Unito, 0,41% in Germania, 3% in Francia e 9,8% in Italia.
La replica di Giovanni Rezza, direttore del dipartimento di Malattie infettive dell’Istituto superiore di sanità, è immediata. “La stima dell’Imperial è una media nazionale? Vuol dire che un’elevata parte di popolazione al Nord si sarebbe infettata e che il virus abbia circolato silente nel resto d’Italia? Queste stime non tengono conto di studi di prevalenza e sierologici. La realtà italiana di Covid-19 è molto peculiare e differente nelle varie regioni. Occorre tenerne conto”, ha detto Rezza all’Adn Kronos.