Locali e ristoranti che vendono cibi avariati, scaduti, alterati o in cattivo stato di conservazione. Tutto ciò, fino a oggi, era punito con la denuncia, l’arresto, un’ammenda fino a 60 mila euro. Dal 26 marzo la legge del 1962 che tutelava gli alimenti cadrà. Niente più denuncia penale, ma solo una multa al massimo da 3 mila euro.
Un colpo basso alla sicurezza alimentare causato dall’entrata in vigore di un decreto legislativo, il numero 27 del 2 febbraio 2021, pubblicato in Gazzetta ufficiale l’11 marzo. Decreto che adegua la normativa nazionale a un regolamento dell’Ue che prevede soltanto controlli ufficiali lungo la filiera agroalimentare. Per 60 anni quella legge ha svolto una funzione importante di tutela preventiva. Ora, invece, con una soluzione sorprendente, viene cancellata.
La norma era applicata, per esempio, nei casi in cui le ispezioni nei negozi o nei ristoranti portavano alla luce prodotti con parassiti o in pessimo stato di conservazione. Si potrebbe rimediare con un decreto legge correttivo; da emanare, però, subito, prima che il nuovo provvedimento diverrà operativo. Il governo lo farà?