Obiettivo da raggiungere in un triennio: fare delle Marche il più grande distretto di agricoltura biologica d’Europa, migliorando quel trend che, da 10 anni a questa parte, ha visto praticamente raddoppiare i numeri.
Da 2 mila a 4 mila operatori, da poco meno di 30 mila a 52 mila ettari, con un’incidenza sul totale della superficie agricola regionale cresciuta dall’11% al 22,2% molto vicina a quella dell’Austria (24%), nettamente superiore sia alla media italiana (15%) che europea (7,7%), al quarto posto in Italia, dopo Calabria, Sicilia e Lazio.
Ma è soprattutto sul fronte dell’incidenza di attività biologiche (dati Biobank 2020), che le Marche possono costruire la leadership europea: leader in Italia per quantità (sono 122,6 per milione di abitanti), davanti a Trentino ed Emilia-Romagna; seconda per densità di negozi (45,9/milione di abitanti, il 5% del totale nazionale) subito dietro il Trentino, e di ristoranti (24,3/milione di abitanti, il 7% del totale nazionale), alle spalle dell’Emilia-Romagna; infine, tra i 257 agriturismi attivi, il 24%, sono aziende biologiche.