Il presidente del Parlamento europeo, ricoverato dal 26 dicembre per una grave forma di disfunzione del sistema immunitario, è morto. Aveva 65 anni. Si trovava nel centro oncologico di Aviano, in provincia di Pordenone.
Sassoli - sposato e con due figli - aveva già dovuto annullare gli impegni istituzionali da settembre a inizio novembre dello scorso anno, a causa di una “brutta” polmonite dovuta al batterio della legionella, come lui stesso aveva spiegato in un video pubblicato su Twitter dopo la guarigione.
Una malattia che gli aveva impedito di presiedere la seduta plenaria nella quale la presidente della Commissione von der Leyen aveva pronunciato il discorso sullo stato dell’Unione. A dicembre Sassoli aveva detto che non si sarebbe ricandidato alla guida dell'Europarlamento. E giovedì prossimo era prevista l’elezione del suo successore, per la seconda metà della legislatura.
Giornalista, conduttore televisivo, vicedirettore del Tg1, Sassoli era entrato in politica come europarlamentare del Partito democratico nel 2009. Una vita con due grandi passioni: il giornalismo e la politica, declinata soprattutto in chiave europea.
Nato a Firenze, Sassoli si era trasferito fin da piccolo a Roma seguendo il padre, giornalista. Il liceo classico Virgilio, poi l’iscrizione a Scienze politiche. Passò subito alla pratica professionale: Il Tempo, l’agenzia Asca, la redazione romana del Giorno e poi la Rai, dove venne assunto nel 1992.