Angela Merkel chiedeva una serie di dure misure: lockdown prolungato fino a metà marzo e oltre, scuole chiuse almeno fino alla fine di febbraio, linea dura di fronte alla minaccia rappresentata dalle nuove varianti del Covid-19. Ma ancora una volta la cancelliera si è scontrata con le resistenze di molti governatori regionali, preoccupati dalle conseguenze per l’economia e dalla tenuta sociale dei loro Länder. Alla fine la cancelliera ha dovuto accettare il compromesso di un lock down fino al 7 marzo e di una riapertura progressiva e differenziata di scuole e nidi.
Ma Merkel non ha rinunciato al suo ruolo di madre della nazione e ha avvertito che le nuove forme del Covid-19 sono già tra noi, attualmente rappresentano il 5,7% dei casi totali: “Gli esperti ci dicono che è soltanto questione di tempo perché queste mutazioni diventino prevalenti e prendano il posto del virus originario”. Merkel ha poi ammesso che sono stati fatti degli errori, che la “politica ha mancato di restringere la vita pubblica in modo sufficientemente tempestivo di fronte alla crescita dei contagi”.