Vivienne Westwood, la regina del punk nonché stilista e attivista che a 81 anni ancora partecipava a scioperi e mobilitazioni, è morta a Londra. Ha vissuto le sue ultime ore parlando del pianeta e di quello che bisogna fare per salvarlo. Anche se i suoi ultimi strali colpivano obiettivi diversi: “Julian Assange - aveva dichiarato - è un eroe ed è stato trattato atrocemente dal governo britannico”. E ancora: “Il capitalismo è un crimine. È la causa principale della guerra, del cambiamento climatico e della corruzione”. La sua era una voce fuori dal coro, sempre. Ribelle per definizione.
Era nata nel Derbyshire, figlia di operai del tessile, Gordon e Dora Swire. La ragazza dai capelli rossi sarebbe presto diventata la regina del punk, vestendo generazioni di gioventù ribelli. Westwood arrivò a Londra a 17 anni ma lasciò l’università perché la trovava noiosa. A ventun anni sposò Derek Westwood ed ebbe un figlio. Poi conobbe Malcolm McLaren, il musicista che sarebbe diventato l’impresario dei Sex Pistols. È con lui che Vivienne sarebbe diventata la stilista più anticonformista del Regno Unito.
Con i Sex Pistols più volte si è mostrata irriverente nei confronti della Regina Elisabetta. Ma The Queen nel ‘92 le ha conferito il titolo di dama dell’Ordine dell’impero britannico. Alla cerimonia però la stilista si alzò la gonna e mostrò ai fotografi che non portava la lingerie. Anche la sua moda era sempre sopra le righe: “L’unico motivo per cui faccio moda è fare a pezzi la parola conformismo” amava ripetere.
Si divideva tra Gran Bretagna, Francia e Vienna dove ebbe una cattedra. Fu a Vienna che conobbe il futuro marito, Andreas Kronthaler, suo allievo, 25 anni più giovane. Si sposarono poco dopo. Lui divenne il suo assistente a cui lei lasciò la direzione creativa nel 2016. Ma non per andare in pensione. “Basta parlare di vestiti” ammoniva rivolgendosi a chiunque le si avvicinasse per parlare di moda. Era perlopiù presa dai problemi sociali.
La Vivienne Foundation, società senza scopo di lucro, fondata da Westwood alla fine del 2022, con i figli e il nipote, sarà lanciata ufficialmente nel 2023 per onorare, proteggere e continuare l’eredità della vita, del design e dell’attivismo di Vivienne. L’obiettivo è quello di aumentare la consapevolezza e creare un cambiamento tangibile, basandosi su quattro pilastri: cambiamento climatico, stop alla guerra, difesa dei diritti umani e protesta contro il capitalismo.