Assange, il giorno più buio è arrivato

La Gran Bretagna ordina l’estradizione negli Usa. Ma ha ancora due ultime possibilità per evitarla

Assange, il giorno più buio è arrivato

La ministra dell’Interno britannica, Priti Patel, ha ordinato l’estrazione negli Stati Uniti di Julian Assange. Lo scontato via libera finale da parte della responsabile dell’Home Office giunge dopo che nel Regno Unito era stata completata la procedura giudiziaria sulla controversa vicenda dell’attivista australiano che rischia di scontare in un carcere statunitense una pesantissima condanna per aver contribuito a diffondere, attraverso la piattaforma online Wikileaks di cui è cofondatore, documenti riservati contenenti anche informazioni su crimini di guerra commessi dalla forze americane in Iraq e Afghanistan.

Assange, 51 anni il prossimo 3 luglio, non verrà comunque consegnato agli Stati Uniti nelle prossime ore. Ha ancora 14 giorni di tempo per tentare un ultimo appello, contro l’adeguatezza del provvedimento ministeriale, di fronte alla giustizia britannica.

E, nel caso di un molto probabile rigetto, di provare a rivolgersi alla Corte Europea dei Diritti Umani di Strasburgo, organismo che fa capo al Consiglio d’Europa di cui il Regno Unito fa tuttora parte.

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