In Italia si fa ancora attendere l’effetto delle vaccinazioni, che non procedono al ritmo sperato. Nemmeno questa settimana si prevedono decise accelerazioni, nonostante l’arrivo di nuove dosi.
Che le dosi ci siano lo conferma lo stesso Commissario: “Sono oltre 4,2 milioni i vaccini che verranno complessivamente consegnati tra il 15 e il 22 di aprile alle strutture sanitarie delle Regioni”, fa sapere. Si tratta di 3 milioni di dosi del vaccino Pfizer, 500 mila di AstraZeneca, 400 mila di Moderna e anche le prime 180 mila Johnson&Johnson.
“Per la settimana 16-22 aprile – prosegue Figliuolo – si stimano circa 315 mila somministrazioni giornaliere negli oltre 2.200 punti vaccinali in tutta Italia attivi”. Non si tratta di una decisa accelerazione, visto che già il 9 aprile se ne erano inoculate 316 mila dosi. È un’ammissione esplicita di un nuovo obiettivo mancato dal piano vaccinale: raggiungere la media di 500 mila vaccinazioni al giorno entro il 20 aprile.
Se la campagna procede a rilento, stavolta il governo non può dare la colpa alle case farmaceutiche, visto il numero di dosi in arrivo. Oltre alle consegne programmate, nei frigoriferi giacciono poi altri 2 milioni di dosi ancora da somministrare. I sieri disponibili sono dunque oltre 6 milioni. La lentezza non si spiega nemmeno con la necessità di fare scorta di dosi per garantire i richiami.
Pur ricevendo lo stesso numero di dosi dell’Italia, la Francia ha già superato le 500 mila vaccinazioni al giorno. La Spagna, che ne ha ricevute meno di noi, ha comunque toccato quota 450 mila. La Germania, con circa il 20% di dosi in più, ci ha letteralmente doppiato, con oltre 700 mila somministrazioni in 24 ore. Il rallentamento è dunque da imputare alle difficoltà organizzative, non benissimo per uno specialista di logistica come il generale.