La notizia attesa è arrivata e per Bayer è stata un’altra giornata nera sul mercato azionario dove perde oltre due punti percentuali. Il colosso tedesco dovrà pagare 80 milioni di dollari a un agricoltore che ha utilizzato per anni un suo diserbante, che un Tribunale degli Stati uniti ha giudicato cancerogeno.
La magistratura americana ha diviso il processo in due fasi. Nella prima l'attenzione era stata rivolta alle prove scientifiche per determinare se esisteva un legame tra il diserbante e il linfoma non-Hodgkin contratto dal querelante, Edwin Hardeman. La conclusione, raggiunta il 19 marzo scorso dai sei membri della giuria, è stata che Roundup è stato un "fattore sostanziale" nel provocare il cancro a Hardeman. Nella seconda fase del processo i giurati si sono invece concentrati sulla responsabilità di Monsanto. Di qui, la decisione – fondata sulla tesi che il Gruppo abbia agito in modo negligente nel non mettere adeguatamente in guardia sui rischi associati al prodotto - sul risarcimento multimilionario.
Sebbene Monsanto continui a sostenere che il glifosato è sicuro, l'Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro, una costola dell'Organizzazione mondiale della sanità, ha classificato il glifosato come "probabile cancerogeno per l'uomo" già dal 2015. Quindi, ben prima dell’acquisizione da parte di Bayer.
Il Roundup, l’erbicida incriminato, sta diventando sempre più un problema per la multinazionale che lo scorso anno ha comprato la statunitense Monsanto per 63 miliardi di dollari. Ma si è rivelata fino ad ora un’acquisizione maledetta, visto che nel frattempo Bayer ha perso il 60% del proprio valore di mercato. E le cause attivate negli Usa sono 11.200.