A poche ore dalla scoperta del suicidio di Jeffrey Epstein in una prigione federale di Manhattan sono ancora molti gli aspetti da chiarire. Per questo sono in corso ben tre indagini: una degli agenti dell'Fbi, una del ministero della giustizia (da cui dipende il sistema carcerario federale) e una dell'ufficio del medico legale della città di New York.
Si cercano di appurare innanzitutto le circostanze che hanno portato il 23 luglio a togliere la sorveglianza speciale su di un detenuto che si sospetta abbia già tentato di togliersi la vita poche settimane prima. E non è del tutto chiaro se i segni sul collo rinvenuti allora fossero il risultato di un tentato suicidio o quello di un'aggressione.
Jeffrey Epstein è stato lasciato da solo in cella senza che nessuno lo vigilasse nelle ore precedenti al suicidio. L'ex finanziere avrebbe dovuto essere controllato dagli agenti penitenziari almeno una volta ogni 30 minuti, ma la procedura non sarebbe stata seguita la notte antecedente al suicidio. A rendere ancor più fitto l'alone del mistero, poi, l'improvviso trasferimento alcuni giorni prima del compagno di cella di Epstein.