Hamburger vegetariani che sembrano fatti di carne per aspetto e sapore, ma sono prodotti con ingredienti come il grano, l’olio di cocco e le patate: li crea la Impossible Foods, azienda della Silicon Valley, con l’obiettivo di convertire entro il 2035 tutta l’industria della carne e intanto ridurre le emissioni di anidride carbonica, la deforestazione e il consumo di acqua legata alla sua produzione.
Secondo la Fao, l’allevamento di bestiame nel mondo è responsabile del 18% dei gas serra totali e, per essere prodotte, le proteine animali richiedono 11 volte la quantità di combustibile fossile rispetto alle proteine vegetali.
Questo nuovo tipo di hamburger vegetariano per il momento è presente in pochi ristoranti selezionati negli Stati Uniti, ma prevede di aumentare la produzione entro il 2020 e sta lavorando anche a prodotti ittici, per replicare in laboratorio consistenza e sapori del pesce utilizzando ingredienti veg.
La “salsa segreta” che rende l’hamburger vegetariano così simile all’originale di carne è la molecola eme che contiene ferro e che ha l’aspetto del sangue: il team di ricercatori che crea i prodotti si avvale delle tecnologie biochimiche per replicare in laboratorio, con proteine a base vegetale, le stesse caratteristiche della carne. E il 47% di chi li assaggia “al buio” non riesce a distinguerli dagli hamburger di vera carne.
Il mercato sostitutivo della carne, secondo uno studio di Allied Market Research, sta crescendo dell’8,4% dal 2015 e entro il 2020 dovrebbe raggiungere un valore di 5,2 miliardi di dollari. Queste start-up tecnologiche potranno diventare realmente potenti come chi opera da decenni nell’industria globale della carne?