I farmaci per il diabete e l’obesità sono diventati un fenomeno globale. Hanno conquistato soprattutto la classe più benestante, generato miliardi di vendite e aperto un nuovo mercato per i farmaci dimagranti, che secondo Goldman Sachs raggiungerà i 100 miliardi di dollari all’anno entro il 2030.
Lo sviluppo del semaglutide, l’ingrediente chiave dei medicinali, ha anche trasformato il suo produttore, Novo Nordisk, nell’azienda europea di maggior valore, con profonde implicazioni per il suo paese di origine, la Danimarca.
La capitalizzazione di mercato di Novo, pari a oltre 570 miliardi di dollari, è superiore a quella dell’economia danese. La sua fondazione filantropica è oggi la più grande del mondo, con un patrimonio doppio rispetto a quello della Fondazione Gates.
L’anno scorso l’imposta sul reddito dell’azienda farmaceutica in Danimarca è stata di 2,3 miliardi di dollari, e i suoi massicci investimenti e l’aumento della produzione hanno aiutato l’economia domestica a espandersi di quasi il 2 per cento, più di quattro volte la media dell’Ue.
Senza il contributo di Novo, l’economia danese sarebbe rimasta stagnante. L’azienda farmaceutica ha creato migliaia di posti di lavoro in un paese di sei milioni di persone, ma anche i cittadini senza legami con l’azienda beneficiano dei suoi guadagni.
I fondi pensione danesi sono in piena crescita grazie ai rendimenti record delle azioni Novo, e i mutui sono più economici poiché il boom delle esportazioni di farmaci per il diabete ha costretto la banca centrale danese a mantenere bassi i tassi di interesse.
Tutto ciò si traduce anche in un altro aspetto: un passo falso strategico da parte dell’azienda avrebbe un impatto rilevante anche sulle casse pubbliche. Infine, ad oggi, non sono noti gli effetti di medio-lungo periodo di questi farmaci. Se il racconto riguardasse il mare, si potrebbe dire ‘occhio alla penna’.