Il Tesoro ha sottoposto a Unicredit la proposta definitiva per la privatizzazione del Montepaschi. Il deal dovrebbe avere per oggetto le attività commerciali di Mps, attraverso la definizione di un perimetro selezionato e di adeguate misure di mitigazione del rischio.
Un’operazione che permetterebbe alla seconda banca italiana di accelerare i piani di crescita organica e agevolare il raggiungimento di ritorni sostenibili superiori al costo del capitale. Mps potrebbe contribuire con circa 3,9 milioni di clienti, 80 miliardi di crediti alla clientela, 87 mld di depositi della clientela, 62 mld di masse in gestione e 42 mld di masse in amministrazione.
Questo deal consentirebbe al gruppo di rafforzare il posizionamento competitivo in Italia e in particolare nel Centro-Nord, dove si trova il 77% degli sportelli di Mps. Tale operazione porterebbe inoltre un incremento rilevante della profittabilità prospettica, preservando al contempo la posizione di capitale e migliorando la qualità dell’attivo e il profilo di rischio del Gruppo su base pro forma.
Tra i principali presupposti concordati con il Mef per verificare la fattibilità dell’operazione a livello patrimoniale ed economico, si evidenziano:
1. un accrescimento significativo dell’utile per azione;
2. l’esclusione di contenziosi straordinari non attinenti all'attività di ordinaria gestione bancaria e di tutti i relativi rischi legali, attuali o potenziali;
3. l’esclusione dei crediti deteriorati e l’adeguata copertura di eventuali ulteriori rischi di credito che siano identificati anche a seguito della due diligence attraverso modalità da definire;
4. l’accordo sulla gestione del personale in funzione del compendio inerente all’esercizio delle attività commerciali, al fine di assicurare un’integrazione agevole, rapida ed efficace del business nel Gruppo.