Il governo italiano e Unicredit sarebbero pronti a interrompere i negoziati su Mps. A fine luglio la seconda banca italiana aveva accettato di avviare trattative esclusive per l’acquisto di “alcuni asset selezionati” di Mps controllata dal Mef con una quota pari al 64%.
L’esecutivo ritiene eccessiva la richiesta di UniCredit di una ricapitalizzazione di oltre 7 miliardi di euro, perché renderebbe l’operazione “troppo punitiva” per i contribuenti italiani. La diversità di vedute sulle dimensioni e sui costi dei tagli dei posti di lavoro nella banca più antica del mondo, nonché il modo di calcolo di Unicredit sugli adeguamenti del valore sulle passività di Mps, si sono rivelati ostacoli (probabilmente) insormontabili.
Le parti hanno così concluso che è impossibile raggiungere un accordo sulla base delle condizioni fissate a luglio, che richiedevano l’acquisizione di “asset selezionati” del Monte per aumentare l’utile per azione di UniCredit del 10% e lasciare inalterato il suo capitale.