Il primo giorno di Jerome Powell, lunedì 5 gennaio 2018, come governatore della Federal reserve ha gettato nel panico i mercati prima negli Stati Uniti, poi in Asia e Europa. Il timore è l’aumento dei tassi di interesse e dell’inflazione.
È in questo modo che nel lunedì nero l'indice Dow Jones di New York ha chiuso con una perdita del 4,6% e subito il suo più grande calo in sei anni e mezzo, divorando tutti i guadagni accumulati dall’inizio del 2018. Sebbene sia stato per il Dow Jones la più rilevante diminuzione in termini di punti (1.175), l’indice ha in realtà registrato una percentuale di caduta maggiore nel 2011.
Poi è toccata all’Asia. L’indice Nikkei 225 in Giappone è crollato del 7,1%, salvo poi chiudere al 4,7%. La perdita record di Wall Street ha visto anche l'indice Hang Seng di Hong Kong sceso del 5,12%, mentre la Corea del Sud ha perso l'1,4% e in Cina l'indice composito di Shanghai ha perso il 3,35%.
Anche le borse europee hanno accusato il colpo. Londra la peggiore, termina la seduta con un ribasso del 2,6% e Milano si ferma al -2%.
Wall Street sembra, invece, essere salita sull’ottovolante, Dow Jones e Nasdaq tra flessioni e modesti rialzi.
La voce di quoted
Powell assicura che la Fed, con la propria politica monetaria, continuerà a sostenere il mercato del lavoro e la ripresa seguendo la stessa strada tracciata da Janet Yellen, cioè operando rialzi graduali del tasso di interesse. Ma Powell si trova di fronte a una ripresa di diverso tipo rispetto a quella finora gestita da Yellen, aiutata dalla bassa inflazione e dal recupero del mercato del lavoro. Adesso il dilemma è se e quanto possa surriscaldarsi l’economia in virtù della riforma delle tasse da 1.500 miliardi di dollari varata dall'amministrazione Trump. Con un prezzo da pagare nella forma di un’impennata dei prezzi al consumo e aumenti ripetuti dei tassi. In numero maggiore ai tre programmati. È questo che spaventa i mercati. E pure la Banca centrale europea non sarebbe contenta di trovare un ostacolo sulla via della “normalità”. Intanto sulle piazze finanziarie globali sono stati bruciati 4.000 miliardi di dollari negli ultimi otto giorni.