Il Tesoro statunitense accusa Vietnam e Svizzera di manipolare la propria valuta, tenendola artificiosamente bassa per impedire “un efficace riequilibrio della bilancia dei pagamenti” e, nel caso del Vietnam, anche “per guadagnare vantaggi competitivi sleali nel commercio internazionale”.
La Svizzera non sta “in alcun modo” manipolando la sua moneta: è la risposta della Banca Centrale del paese elvetico che ha sottolineato come gli interventi sui mercati non siano finalizzati ad “acquisire un vantaggio competitivo ingiustificato”.
A questo punto Washington, a meno che la disputa non possa essere risolta attraverso “impegni bilaterali”, potrebbe mettere in campo azioni punitive.
Un’ulteriore lista di Stati sotto osservazione include l’Italia, insieme a Cina, Giappone, Corea del Sud, Germania, Singapore, Malaysia, Taiwan, Thailandia e India. Per gli ultimi tre Paesi si tratta di una new entry, mentre, rispetto a gennaio, esce dall’elenco l’Irlanda.