L’oro ha toccato venerdì scorso il livello più basso da luglio 2020 a 1.760,67 dollari l’oncia. Non ha approfittato delle preoccupazioni che stanno circolando tra gli investitori su un possibile rialzo dell’inflazione negli Stati Uniti.
Il metallo prezioso, bene rifugio per eccellenza, di solito trae giovamento dai momenti di incertezza sui mercati. Tuttavia, di fronte al fatto che queste preoccupazioni non trovano riscontro nei dati, non c’è stata una “corsa all’oro” sul mercato. Nel mese di agosto scorso, l’oro aveva toccato il suo massimo storico a 2.075,47 dollari e resta comunque a livelli considerati elevati. Inoltre si trova in questa fase davanti a un nuovo rivale: il bitcoin, che continua a macinare record.
Tra le materie prime, la scorsa settimana ha fatto segnare invece un nuovo massimo il rame che venerdì ha toccato il prezzo di 8.995 dollari la tonnellata al London Metal Exchange, un livello che non vedeva da oltre 9 anni. A sostenere il prezzo del rame è stata la domanda cinese: la seconda economia mondiale ne consuma circa la metà della produzione globale.