La Banca Centrale Europea lascia fermi i tassi d’interesse: il tasso principale resta a zero, quello sui prestiti marginali allo 0,25% e quello sui depositi a -0,50%. E conferma i Qe da 20 mln di euro al mese. Ma queste decisioni erano attese.
La notizia in effetti è un’altra. Il 2020 sarà l’anno di una “revisione strategica” della politica monetaria della Banca. Un passo che manca dal 2003. Francoforte impiegherà un anno per portare a termine la revisione. “Rivedremo l’intera strategia: come raggiungiamo i nostri obiettivi, quali strumenti abbiamo a disposizione e com’è la nostra comunicazione e come pubblichiamo e divulghiamo le nostre decisioni”, ha spiegato la neo presidente. Ma saranno considerati anche altri aspetti specifici, quali la stabilità finanziaria, l'occupazione e la sostenibilità ambientale.
Per quanto riguarda gli altri aspetti, “la crescita nell’Eurozona continua ma ad un passo moderato”, ha detto Lagarde, argomentando che a “pesare è la debolezza del settore manifatturiero”. E “i rischi per le prospettive sul Pil dell’Eurozona restano orientati al ribasso sebbene siano divenuti lievemente meno pronunciati”.
Di fronte a questo scenario, la risposta monetaria di Francoforte non poteva che essere al momento ‘tassi zero’. Anche se Lagarde ammette: “Sono preoccupata per i tassi bassi perché sono collegati ad una bassa crescita. Preferirei confrontarmi con tassi alti e una crescita maggiore. Ma questa è la situazione oggi”.