Cambia l’obiettivo della Banca centrale europea. Dopo 18 anni dall’ultima revisione l’autorità monetaria di Francoforte ha deciso, all’unanimità, che il suo bersaglio non sarà più un livello di inflazione “inferiore ma vicino al 2% nel medio termine”. Dal 22 luglio il nuovo target è “un obiettivo di inflazione simmetrico del 2% nel medio termine”.
Simmetrico significa che “positive e negative deviazioni” dall’obiettivo sono valutate egualmente indesiderabili. Fino a ora, invece, un’inflazione più alta del 2% era considerata una situazione più delicata, e da affrontare con maggiore determinazione di un’inflazione più bassa. La Bce, in pratica, promette di essere più flessibile e tollerante rispetto al passato.
L’indice di inflazione di riferimento continuerà a essere quello armonizzato calcolato da Eurostat. Tuttavia la Bce ritiene che occorra includere nell’indice anche i costi relativi alle abitazioni occupate dai proprietari, per meglio rappresentare l’aumento dei prezzi rilevanti per le famiglie.
Il quantitative easing diventa inoltre uno strumento standard della politica monetaria, insieme alla forward guidance, alle aste di liquidità di lungo periodo e ai tassi di interesse, che restano lo strumento principale.
La prossima revisione della strategia è già stata programmata per il 2025. Nel frattempo però la Bce si è data il compito di integrare nella sua strategia tutti gli elementi del cambiamento climatico che potrebbero incidere sulla stabilità dei prezzi.