Secondo le stime preliminari, nel mese di gennaio 2022 l’indice nazionale dei prezzi al consumo (Nic) per l’intera collettività, al lordo dei tabacchi, registra un aumento dell’1,6% su base mensile e del 4,8% su base annua (da +3,9% del mese precedente).
L’ulteriore e marcata accelerazione dell’inflazione su base tendenziale è dovuta prevalentemente ai prezzi dei beni energetici (la cui crescita passa da +29,1% di dicembre a +38,6%), in particolare a quelli della componente regolamentata (da +41,9% a +93,5%).
L’inflazione al netto degli energetici e degli alimentari freschi rimane stabile a +1,5%, mentre quella al netto dei soli beni energetici accelera da +1,6% a +1,8%.
L’aumento congiunturale dell’indice generale è dovuto, per lo più, ai prezzi dei beni energetici regolamentati (+42,9%).
Su base annua accelerano i prezzi dei beni (da +5,5% a +7,1%), mentre la crescita di quelli dei servizi rimane stabile a +1,7%; il differenziale inflazionistico tra questi ultimi e i prezzi dei beni resta negativo (-5,4 punti percentuali), ampliandosi rispetto a quello registrato a dicembre (-3,8).
L’inflazione acquisita per il 2022 è pari a +3,4% per l’indice generale e a +1,0% per la componente di fondo.
Le stime preliminari evidenziano che l’indice armonizzato dei prezzi al consumo (Ipca) aumenta dello 0,2% su base mensile e del 5,3% su base annua (da +4,2% di dicembre). La variazione congiunturale più contenuta, rispetto a quella del Nic, è dovuta all’avvio dei saldi invernali dell’abbigliamento e calzature, di cui l’indice Nic non tiene conto.
Nell’Eurozona, secondo le stime preliminari di Eurostat, sale mediamente a gennaio del +5,1% nei 19 paesi (in Italia del 5,3%), quindi ben più di quanto rilevato dall'Istat.