Mentre la Turchia si avvia verso le elezioni anticipate del 24 giugno, sta affrontando un crollo della sua valuta che minaccia di far precipitare il paese in una crisi economica.
Dall'inizio dell'anno la lira turca ha perso circa il 20% nei confronti del dollaro USA, nonostante la leggera ripresa della scorsa settimana dopo il rialzo dei tassi di interesse da parte della Banca centrale.
Il paese è pronto ad aumentare ulteriormente i tassi – che ora sono al 16.5% - se l'inflazione dovesse ulteriormente accelerare. I dati sull’andamento dei prezzi al consumo saranno resi noti il 4 giugno, ma i mercati si attendono un’ulteriore impennata. In tal caso l'incremento dei tassi nel tentativo di rallentare l'inflazione sarebbe scontato, anche se potrebbe rivelarsi un intervento insufficiente e tardivo.
Sale, intanto, la tensione tra gli investitori. La lira si è indebolita del 4% da quando Erdogan ha dichiarato in una recente intervista televisiva concessa a Bloomberg che intende stringere la presa sull'economia e assumersi maggiori responsabilità in tema di politica monetaria, qualora riuscisse a vincere – cosa piuttosto ovvia - le prossime elezioni. E il presidente della Turchia può sempre sostenere di esser riuscito a far crescere il suo paese al ritmo del 7,4% nel 2017.