L'utile netto della più grande banca tedesca, Deutsche Bank (DB), è crollato del 65% su base annua tra luglio e settembre. Lo ha riferito la stessa banca. I profitti ammontano a 229 milioni di euro, in calo rispetto ai 649 mln di un anno fa, e i ricavi sono diminuiti del 9% a 6,2 miliardi.
Consapevole di essere considerata una minaccia alla stabilità finanziaria europea, DB non si è ancora ripresa dalla crisi finanziaria mondiale e ha dovuto affrontare una concorrenza crescente a livello globale che ha, di fatto, causato la riduzione della propria quota di mercato nel settore dell'investment banking.
Ai fattori macroeconomici e gestionali, nel caso di DB, occorre sommare le multe multimiliardarie ricevute recentemente per il coinvolgimento in alcuni scandali finanziari.
Nonostante tutto il nuovo ceo, Christian Sewing, va controcorrente e garantisce sul bilancio 2018: "Per la prima volta dal 2014 siamo sulla buona strada per tornare in utile entro quest'anno”.
Qualora a dicembre i numeri confermassero l’ottimistica previsione dell'amministratore delegato, a quale prezzo sarebbe avvenuta la ripresa? Nel suo rapporto trimestrale, DB ha dichiarato di aver tagliato circa 700 posti di lavoro tra luglio e settembre, portando la forza lavoro totale a 94.717. E ha confermato, nell’ambito di un ampio piano di riduzione dei costi, l’obiettivo di ridurre la forza lavoro a meno di 93 mila occupati entro la fine dell'anno e a meno di 90 mila nel 2019.