La tassazione delle criptovalute continua a essere un tema caldo: il governo coreano sembra intenzionato a bannare i conti anonimi per le monete virtuali e il 23 gennaio scorso ha annunciato che le banche rilasceranno nuovi conti di trading per le monete virtuali. Il ministro delle finanze, Kim Dong-yeon, ha comunicato che si sta valutando la tassazione sulle plusvalenze su tali scambi.
La maggior parte degli analisti finanziari sostiene che tassare i guadagni sulle criptovalute contribuirà a ridurre gli investimenti speculativi: al momento le monete virtuali non vengono usate per acquistare beni e servizi ma, piuttosto, per speculare cercando di guadagnare altro denaro. Le plusvalenze generate dalla compravendita di bitcoin dovrebbero essere tassate esattamente come qualsiasi altro guadagno in conto capitale: molti analisti concordano sul fatto che la tassazione delle criptovalute sia ragionevole.
Tra gli oppositori all’idea di tassazione c’è James Rooney, vicepresidente del Seoul Financial Forum, in quanto renderebbe pìù complicato il sistema che attualmente non applica imposte su plusvalenze e minusvalenze derivanti da investimenti azionari e, dunque, a suo avviso non dovrebbe farlo neanche sulle criptovalute. Il dibattito resta aperto ma è inevitabile che i governi, visto l’aumento del volume di scambi di monete virtuali, cercheranno di attingere risorse dal trading di criptovalute.