Il Regno Unito sta studiando la possibilità di introdurre una valuta digitale: il Britcoin. Andrebbe ad affiancare la sterlina. La Bank of England (la banca centrale britannica) stabilirebbe un equivalente digitale del denaro fisico, controllandolo allo stesso modo della sterlina.
Tra i promotori dell’iniziativa c’è il cancelliere dello Scacchiere Rishi Sunak. Il suo dicastero sarebbe il più interessato, con l’intento di regolare gli investimenti e i pagamenti in criptovalute. Secondo i sostenitori, il britcoin garantirebbe una serie di vantaggi ai cittadini e alle Pmi. Innanzitutto, taglierebbe i costi delle operazioni bancarie, abbattendo i tempi per il trasferimento di denaro all’interno del sistema. Inoltre, permetterebbe allo Stato di trasferire britcoin negli account dei cittadini, nell’eventualità di sussidi ‘helicopter money’ (erogazioni dirette; si tratta in pratica di una politica monetaria non convenzionale per cui una banca centrale crea del denaro e lo distribuisce direttamente ai consumatori).
Gli osservatori più scettici temono una maggiore instabilità finanziaria e una difficoltà nel regolare l’economia con politiche monetarie, come quelle relative ai tassi di interesse. Con il collegamento tra cittadini e Banca d’Inghilterra tramite conti bancari aperti direttamente presso l’organismo centrale, il costo di detenere moneta (ovvero i tassi di interesse) andrebbe applicato?
Inoltre il minor passaggio di denaro tramite le banche, d’altro canto, potrebbe provocare un aumento dei tassi di mutui e prestiti e del costo degli altri servizi forniti dagli istituti di credito.