L’aumento di energia elettrica e riscaldamento in Gran Bretagna ha portato a una correzione delle stime sull’inflazione, che stando a quanto riportato da CitiGroup nel gennaio 2023 potrebbe arrivare al 18,6%.
Per un’abitazione media i costi energetici passeranno da circa 2.000 sterline (2.350 euro) annue, che è il livello attuale, a quasi 4.000 a ottobre, 4.500 a gennaio e circa 6.000 ad aprile.
Con l’aumento del costo della vita e dell’inflazione sembrano inevitabili nuovi interventi della Bank of England (la Banca centrale britannica). Intanto la contrazione dell’economia spinge il Paese verso la recessione.
Nel Regno Unito la situazione è aggravata dal vuoto politico che si è creato con la fine del mandato di Boris Johnson. Downing Street ha sottolineato che non ci saranno misure prima dell’arrivo del nuovo premier: il 5 settembre sarà annunciato chi ha vinto tra Rishi Sunak, ex cancelliere dello Scacchiere (ministro dell’Economia), e Liz Truss, attuale ministra degli Esteri.
Tra i cittadini comincia nel frattempo a emergere il panico: più di 100 mila persone hanno aderito al ‘Don’t pay UK’, un’iniziativa di protesta tra i cui obiettivi c’è quello di non pagare le bollette.
La situazione anche prima della guerra in Ucraina non era favorevole. Covid e Brexit hanno messo in crisi diversi settori produttivi: nei supermercati scarseggiano prodotti di prima necessità. Manca chi raccoglie frutta e verdura, così come ad esempio i camerieri e gli infermieri stranieri.